Prima parte dell'articolo scritto da Vanessa nell'ambito della raccolta firme per la petizione "NO ELIPORTO PARCO NORD", cui il circolo ha aderito.
Molti di noi conoscono il Parco Nord, soprattutto chi abita nel Nord Milano vi trova un'oasi di verde e tranquillità, a pochi passi da casa.
Ci andiamo in bici, a fare jogging, sui pattini, con i bambini, a passeggiare con il cane o a giocare a bocce, ma forse pochi sanno quale sia la sua storia, e quanto faticosa continui ad essere la difesa dell'integrità di questo prezioso polmone verde.
Il Parco Nord, è uno dei miglior modelli di opera di riqualificazione realizzati nella periferia di Milano e il più grande parco metropolitano d'Europa. Grazie alla sua istituzione, appezzamenti agricoli inutilizzati sono scampati alla cementificazione, ex aree industriali e depositi abbandonati, sono diventati meravigliosi boschi e prati verdi, frequentati oggi da oltre 2,5 milioni di persone all’anno. Il Parco sorge in un territorio tra i più densamente urbanizzati d'Europa, plasmato dall'urgenza del lavoro, caratterizzato dalla presenza di storiche fabbriche e grandi quartieri edilizi che, nel tempo, hanno unito la periferia nord di Milano al suo hinterland senza un ben preciso progetto urbanistico, con ben pochi spazi dedicati alla natura e alla qualità della vita.
La sua ideazione risale agli anni '60 e si deve all’opera, di comitati cittadini, e delle amministrazioni dei comuni confinanti, Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto S. Giovanni, Milano, a cui si aggiunsero quelli di Cormano e Cusano Milanino. L'idea si concretizzò quando nel 1976 una legge regionale, riconobbe l'istituzione del Consorzio Parco Nord, ente gestore composto dai sei Comuni e della Provincia di Milano, e il Parco divenne “d'interesse regionale”.
Arturo Calaminici, Presidente dell’Associazione Amici del Parco Nord, nata nel ‘91, sull'eredità dei primi movimenti spontanei di cittadini, per la difesa e la promozione delle attività nel Parco, e costituita oggi da quasi 600 soci, ci spiega che “l’iniziale proposta di disegno del parco,” commissionata a un gruppo di architetti come V. Vercelloni e altri, produsse un modello che risultò difficilmente realizzabile, perché poco flessibile e troppo costoso per le disponibilità economiche del nuovo Consorzio, che decise invece, con un approccio più pragmatico, per la strategia del “work in progress”. I terreni, ad iniziare dal quadrilatero ex Breda, vennero comprati in tempi diversi, con interventi di bonifica su aree di volta in volta riconnesse al nucleo centrale, nel modo più organico possibile. Vennero recuperati terreni inutilizzabili e depauperati, come la "montagnetta" , che sorge sulla ex discarica delle scorie d'altoforno delle vicine acciaierie Breda, frutto di un 'intervento di bonifica e recupero ambientale, che ha impegnato il Consorzio dall'86 all'88, e che è oggi una collina fiorita, simbolo di un sogno realizzato. “Per sostenere le spese”, continua Calaminici “il Consorzio si indebitò e ci furono momenti difficili, con gli interessi che negli anni ’80 arrivarono fino al 20%. Questo peso impedì investimenti più complessi, per molti anni. Poi finalmente si arrivò ad un compromesso con la Breda finanziaria e piano piano i mutui scesero, così dall’88 il parco crebbe con continuità e più ampio respiro”.
Il Parco”, aggiunge, “ non sarebbe mai esistito senza un movimento di popolo che a fianco delle amministrazioni comunali di allora, ha voluto con convinzione e intuizione moderna, sostenere la difesa della qualità della vita, in anni in cui, con la forte immigrazione, i problemi erano ben altri, cioè quelli primari della casa e del lavoro.
Quella del Parco e dell’Associazione è la storia di un eroismo civile, c'è un filo rosso che ha segnato le esistenze di tutti quelli coinvolti nella sua salvaguardia, con un impegno quasi quotidiano.”
Attualmente il Parco Nord Milano può contare su circa 350 ettari di verde, organizzati in zone boschive, radure, filari, macchie arbustive, siepi e piccoli specchi d'acqua e una fauna di tutto rispetto, che attira le scolaresche per l'educazione ambientale.
Nella storia del Parco Nord rientra anche l'esistenza dell'aeroporto di Bresso, il cui sedime aeroportuale rappresenta un consistente 15% circa del territorio.
La nascita dell'aeroporto è degli inizi del '900 con la scelta della Società Anonima Italiana Ernesto Breda di localizzare a Bresso i propri cantieri aeronautici ed un campo volo. L'aeroporto di Bresso viene inaugurato nel 1931 e, durante la guerra, fa parte della difesa aerea dell'area milanese.
Nel 1960 vi trova posto l'Aero Club Milano, e nel 1998 quando inizia la dismissione delle strutture militari presenti a Bresso, una parte dell'area, in consegna al Ministero della Difesa, viene concessa in uso alla Croce Rossa, per attività di Protezione Civile. Inoltre, da alcuni anni nel settore sud del comparto ovest è ospitato anche l'elisoccorso del 118.
Da decenni, i comuni, l'associazione e i rappresentanti del Consorzio sono impegnati nel migliorare la convivenza delle due realtà, aeroporto e parco
Nel 2002 il Parco si è dotato di un Piano Territoriale di Coordinamento che per parte delle aree interessate dall'Aeroporto, prevede l'azzonamento a Parco Naturale attrezzato di livello metropolitano e, parzialmente, a Parco attrezzato urbano. Nel 2007 è stato siglato un Protocollo d'intesa, sotto l'egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il quale il Ministero dei Trasporti, l'Agenzia del demanio, l'ENAC, la Provincia di Milano, il Comune di Bresso, il Comune di Cinisello Balsamo, il Consorzio Parco Nord Milano, il Comune di Milano, si sono impegnati nella ricerca di scenari di rilocalizzazione e trasformazione dell'impianto aeroportuale, in considerazione di un minor utilizzo dello stesso e per l'assegnazione di alcune aree comprese nel compendio aeroportuale al Parco Nord.
Ma oggi il progetto, già noto ai lettori di zona 9, sostento dalla Regione, di fare nel campo volo di Bresso un eliporto che possa servire il Nord Italia e persino capitali europee, con elistazioni in tutta Milano, mette in discussione nuovamente il faticoso equilibrio raggiunto, e persino la stessa fruibilità ed estensione del Parco, a cui si somma il rischio di un inquinamento acustico e atmosferico intollerabile.
Per questo ad opera di semplici cittadini, associazioni, circoli dei partiti, e sindaci dei comuni del Nord Milano, è nato il Comitato “No Eliporto” “a difesa di un prezioso bene ambientale” ribadisce Calaminici, che oggi ne è anche portavoce, “di un parco voluto dai cittadini a favore dei cittadini”.
Domenica 18 si è svolta la festa di primavera presso il Parco con intensa raccolta di firme, ma gli organizzatori promettono altre iniziative nei prossimi mesi. La storia tormentata del Parco continua, e a sua difesa ci sono ancora una volta i cittadini, ma con i piedi ben piantati a terra.
Vanessa Senesi
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