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martedì 11 maggio 2010

L'ISOLA E L'ELIPORTO

Seconda parte dell'articolo scritto da Vanessa riguardo la questione dell'eliporto al Parco Nord, che ci spiega perchè la questione riguarda il nostro quartiere da vicino!

“Io vivo all'Isola”. Questa è la frase che a tutti quelli che abitano nel quartiere o ai suoi confini, è capitato di dire, magari anche con un certo orgoglio di sentirsi a casa, in un luogo particolare della nostra città.
L'espressione, non solo per un gioco di parole, sembra quasi indicare di trovarsi in un “altrove” come un “tropico cittadino”, circondato, più che da strade, dalle acque fresche di una memoria che ancora scorre e da un comunità consapevole del suo passato e tuttora vigile, anche verso i nuovi progetti voluti dal Comune. Un quartiere oggi anche di moda, ma pur sempre caratteristico e legato alla sua storia. Storia tramandata dai vecchi ai nuovi abitanti con la domanda “ma tu lo sai perchè si chiama Isola?”.
La qualità della vita di questo quartiere placido e di lotta insieme, operoso e tranquillo, a due passi dal centro, è però drasticamente diminuita, da quando si sono aperti, come voragini, i cantieri per la metropolitana 5, per il progetto 'Isola-Garibaldi' e per il nuovo complesso della Regione. Tutti noi ci guardiamo un po' smarriti nella speranza che l'interminabile “tempesta tropicale”, che già ci consegnerà un quartiere profondamente trasformato, finisca almeno il più presto possibile.
Ora in attesa di questo nuovo volto del quartiere e del presunto, ma non scontato, sviluppo economico, “io vivo all'isola” sembra significare “io sopravvivo isolato come un naufrago nel mio appartamento”, l'unico luogo che ancora non è eroso dai continui lavori, dai rumori assordanti, dalle bufere di polvere, dall'inquinamento dell'aria... e prossimamente arriveranno anche gli elicotteri!
Il destino del quartiere sembra infatti essere legato al progetto dell'eliporto nel Parco Nord. Il progetto commissionato da Augusta Westland (nota fabbrica di elicotteri) alla Studio Ambrosetti, e sostenuto da Regione Lombardia, insieme ad ENAC e ENAV, prevede un nuovo sistema di eliporti di collegamento tra Milano e gli aeroporti di Malpensa e Linate, con stazione logistica nel campo volo di Bresso, punto nevralgico di una rete di superfici d'atterraggio distribuite in tutta Milano. Queste elistazioni servirebbero non solo la Regione Lombardia, ma tutto il nord Italia con una previsione di 200 decolli giornalieri per il mercato privato, e con i nuovi “aeroconvertibili a grande gittata” potrebbero arrivare a servire diverse capitali europee. Il numero delle piattaforme previste è ancora sconosciuto ma probabilmente saranno decine in tutta Milano, una è già in zona Isola, gentilmente collocata all'altezza dei balconi delle case di via Bellani e via Paoli, su uno degli edifici più bassi del nuovo complesso della Regione, questo forse per permettere agli inquilini “dirimpettai” di salutare ogni mattina, mentre ancora in pigiama bevono il caffè, il Presidente Formigoni e suoi collaboratori, per sentirlo ancora più vicino insomma... un'altra svetterebbe invece direttamente sulla stazione Garibaldi.
In sostanza quelli che hanno proposto questa destinazione del Parco, che coinvolge anche il quartiere, vorrebbero realizzare il loro sogno da bambini: una città percorsa da macchine volanti, come nei racconti di fantascienza, e loro, diventati adulti e manager (si fa per dire!), che saltellano da una piattaforma all'altra perché hanno fretta, devono pensare agli affari, agli appalti e alle delibere e non possono perdere tempo nelle code come noi tutti, ovviamente per il nostro bene. Milano dunque, con 1.300.000 abitanti e una superficie di 180 kmq, come New York e i suoi 8 milioni di cittadini e 1.214 kmq.
In questo imperativo di modernità nostrana, però non si capisce perché non si proponga come eliporto Linate, in futuro comodamente raggiungibile con la MM 4, e non si elevi Malpensa ad unico e vero aeroporto all'altezza delle altre capitali europee.
Il progetto a cui guarda la Regione produrrebbe un impatto spaventoso sulla flora e sulla fauna esistenti nel Parco Nord, trasformato in stazione di servizio ed officina. Un inquinamento acustico e atmosferico intollerabile per i comuni a nord di Milano, fino al quartiere Isola con le sue piattaforme.
La notizia ha già prodotto l'opposizione di molti cittadini del Nord Milano che si sono ritrovati in comitati locali, circoli di partiti politici, associazioni, tutti uniti nel Comitato “No Eliporto”.
Il Comitato è l'ultimo nato di una battaglia che, iniziata negli anni '60 ad opera dei cittadini mobilitatisi per la nascita per del Parco Nord e “continua anche oggi“, come ci racconta il presidente del comitato Arturo Calaminici, “per la difesa di un parco che è un prezioso bene ambientale e civile”, contro un progetto che mette in discussione la sicurezza dei suoi utenti e la qualità della vita di tutti i milanesi, “per garantire il vantaggio di pochi si compie un danno ad un'intera collettività”.
Il comitato si è impegnato con una petizione contro il progetto Eliporto. Obiettivo: almeno 7 mila firme entro giugno. Anche nei circoli PD dell'Isola e di Niguarda si può firmare la petizione.
Speriamo che l'Isola non manchi nemmeno questa volta di mostrare la sua indole combattiva e solidale.


Vanessa Senesi


Il nostro circolo ringrazia Vanessa per questi due preziosi articoli, scritti dopo un lavoro di ricerca serio e approfondito.


VI ASPETTIAMO TUTTI PRESSO I MERCATI LAGOSTA E ASMARA PER FIRMARE LA PETIZIONE NO ELIPORTO PARCO NORD
(insieme a quella per il community center-casa della memoria, e alla raccolta firme per il referendum contro la privatizzazione dell'acqua pubblica).

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